Quando LeBron James ha pubblicato un teaser intitolato “The Second Decision”, il mondo dello sport (e del marketing) si è fermato. I fan, i media e gli sponsor si sono preparati a un grande annuncio: un possibile ritiro, un cambio di squadra, una decisione storica. Tutto ricordava il 2010, quando lo stesso LeBron aveva scosso l’NBA con la sua celebre The Decision in diretta TV.
Ma l’attesa si è trasformata in sorpresa — e per molti, in delusione. L’annuncio tanto atteso non riguardava il basket, bensì una collaborazione commerciale con Hennessy, il celebre marchio di cognac. “The Second Decision” era, in realtà, una campagna pubblicitaria costruita sull’ambiguità, sul richiamo emotivo al passato e sull’aspettativa del pubblico.
💣 Quando l’attesa diventa inganno
La mossa ha funzionato in termini di visibilità: milioni di visualizzazioni, decine di milioni di interazioni, articoli ovunque. Ma ha anche scatenato una polemica sul limite tra marketing etico e manipolazione emotiva.
Molti fan hanno parlato di presa in giro. Uno di loro ha addirittura intentato una causa contro LeBron, sostenendo di aver speso cifre elevate per assistere a una partita credendo fosse “l’ultima”.
Il gesto, ironicamente, ha reso l’operazione ancora più virale. Ma la domanda rimane: quanto hype è troppo hype?
Nel mondo della comunicazione contemporanea, dove tutto è storytelling e ogni notizia diventa contenuto, la linea tra strategia creativa e frode percettiva è sempre più sottile.
🧠 Lezione per i brand: l’etica dell’attenzione
L’episodio LeBron-Hennessy è uno specchio del nostro tempo: viviamo in un’economia dell’attenzione dove vincere significa far parlare di sé — a qualunque costo. Tuttavia, il prezzo può essere la fiducia del pubblico, che oggi vale più di qualsiasi impression.
Per i brand (e per le figure pubbliche), la lezione è chiara:
- La trasparenza non è un limite creativo, ma un valore competitivo.
- Il pubblico non perdona l’inganno, anche se lo spettacolo è affascinante.
- L’hype è potente, ma deve poggiare su una promessa reale, non su un bluff emozionale.
In un’epoca in cui le persone chiedono autenticità, l’etica diventa la nuova frontiera del marketing.
E forse, la prossima “Decisione” che LeBron (e molti altri) dovranno prendere sarà proprio questa: scegliere se continuare a sorprendere o tornare a essere credibili.