Il potere nascosto dell’olfactive design

In un mondo saturo di immagini e suoni, distinguersi è una sfida. Ma c’è un senso spesso trascurato che ha un potere straordinario: l’olfatto. È il solo capace di attivare ricordi, emozioni e percezioni in modo immediato e profondo. E oggi, grazie all’Olfactive Design, anche il marketing più evoluto può contare su questa dimensione invisibile ma pervasiva per costruire un’identity davvero memorabile.

Il profumo di un brand

«Nessun senso come l’olfatto ha il potere di condurmi esattamente dove vuole lui», afferma l’architetta olfattiva Anna Barbara, pioniera nell’integrare l’esperienza sensoriale nei progetti di architettura e comunicazione. Se entri in un luogo e senti l’odore di cacao, ti senti in una spa tropicale, anche se sei in città. L’olfatto crea un ponte invisibile tra spazio e immaginazione.

Per questo, sempre più brand—dalla moda al retail, dagli hotel ai musei—stanno sviluppando strategie olfattive che diventano vere e proprie firme sensoriali. Profumi progettati su misura raccontano l’anima del brand, evocano i suoi valori e lasciano un’impronta nel ricordo dei clienti.

Dal profumo ai luoghi

Il design olfattivo non è solo branding, ma anche sostenibilità, emozione, memoria e inclusività. La professoressa Sissel Tolaas, una delle protagoniste di questo approccio, lavora da anni sulla composizione molecolare dell’aria nei luoghi critici del mondo (dai campi agricoli al paesaggio urbano) per stimolare una nuova consapevolezza ambientale e culturale.

Il progetto “Emerging Assemblages”, ad esempio, si interroga su come percepiamo il cambiamento climatico attraverso l’odore del paesaggio che muta. Un’esperienza immersiva e relazionale, dove il profumo diventa un linguaggio capace di raccontare la trasformazione del territorio.

Sissel Tolaas

Strategia multisensoriale: il futuro della comunicazione

In un’epoca in cui i consumatori cercano autenticità e significato, l’Olfactive Design si configura come elemento distintivo di una strategia di comunicazione moderna. Un marchio oggi non parla più solo con il logo o il packaging, ma attraverso l’intero spettro dei sensi. Integrare un’identità olfattiva in un progetto di branding significa offrire un’esperienza immersiva, coinvolgente, unica.

Come dice Elena Gregori di Lombardini22: «Per Andy Warhol l’olfatto era il senso del trasporto, perché sa portarti in un altro tempo, in un’altra emozione». E cosa c’è di più potente, oggi, di un brand che riesce a creare un legame emotivo profondo, multisensoriale e, soprattutto, duraturo?

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