Negli ultimi anni il termine sostenibilità è diventato un mantra nelle imprese, nei media e nelle strategie politiche. Tuttavia, proprio perché spesso utilizzato come etichetta, rischia di perdere spessore — e persino di essere mal-usato come strumento di marketing poco trasparente. È per questo che il concetto di circolarità merita di essere messo al centro, non semplicemente come complemento della sostenibilità, ma come paradigma autonomo — e forse più potente.
Da “fare meno male” a “fare bene”
La sostenibilità tradizionalmente invita a ridurre l’impatto: emettere meno CO₂, consumare meno risorse, evitare sprechi. È un approccio difensivo.
La circolarità invece propone un modello più propositivo: non solo ridurre l’impatto, ma rigenerare, riutilizzare, restituire valore alla risorsa, estendere la vita utile di beni e materiali, creare sistemi in cui lo scarto diventa materia prima di un nuovo ciclo. In questo senso, l’economia circolare va oltre l’approccio «meno male», e punta a «fare bene».
Perché la sostenibilità rischia di essere “inflazionata”
- Il termine è diventato opaco: tutte le aziende dicono che sono sostenibili, ma non sempre mostrano percorsi concreti o metriche chiare.
- C’è il fenomeno del “green-washing”: l’uso della sostenibilità come claim senza un reale cambiamento sistemico.
- L’attenzione resta spesso sulla riduzione del danno, non sulla trasformazione del modello. Insomma: la sostenibilità rischia di diventare uno slogan piuttosto che un impegno strutturato.
Cos’è la circolarità e perché ha più forza
- Un bene non diventa “rifiuto”, ma materia di un nuovo ciclo: si promuove il riuso, la riparazione, la rigenerazione, l’up-cycling.
- Le imprese diventano parte di una rete che valorizza lo scambio, la prossimità e la collaborazione (tra aziende, territorio, comunità).
- Il concept non si limita all’ambito ambientale: tocca anche quello sociale ed economico (ad esempio tramite relazioni di prossimità, filiere locali, reti di imprese).
- Non si tratta semplicemente di “fare meno male”, ma di costruire valore comune, resilienza, modelli di business che generano opportunità sociali oltre che ambientali.
Qualche elemento chiave in cui la circolarità può superare la sostenibilità
- Progettare in chiave circolare significa pensare fin dall’inizio come un prodotto, un servizio o un’infrastruttura possano essere rigenerati, riparati, riutilizzati. Non solo “meno impatto”, ma “più ciclo”.
- Economia di prossimità: la circolarità incoraggia filiere locali, relazioni radicate sul territorio, scambi fra imprese e comunità vicine — riducendo trasporti, intermediari, tempi.
- Valore sociale integrato: la circolarità include i valori della condivisione, della collaborazione, della comunità. Non è solo “risparmio risorsa” ma “rete di valore”.
- Trasparenza e misurabilità: modelli circolari richiedono tracciabilità, definizione di flussi, metriche di riuso e rigenerazione. Ciò mette pressione verso un cambiamento reale, non di facciata.
Mentre la sostenibilità resta una «condizione minima» da perseguire, la circolarità emerge come prospettiva strategica. È un modo di ripensare l’intero sistema produttivo, i flussi materiali, i valori di impresa e comunità. Per chi studia innovazione, marketing, imprenditoria e sostenibilità — il tema della circolarità non è un’opzione di nicchia, ma un pilastro di trasformazione.
La seconda edizione di MondoCircolare a Busto Arsizio
Ecco un’occasione concreta in cui la circolarità non è solo concetto ma evento: la seconda edizione di MondoCircolare.
Dettagli dell’evento
- Si tiene il 28 novembre 2025 presso la E‑Work Arena di Busto Arsizio.
- È promosso da Fondazione Aurea in collaborazione con CircuitoLinx.
- L’evento è strutturato su tre aree complementari: spazio espositivo, coworking, matching per favorire incontro, scambio di idee e collaborazioni.
- L’obiettivo è creare uno spazio in cui imprese, istituzioni, professionisti e cittadini possano incontrarsi per esplorare modelli di economia circolare, filiere locali, innovazione e prossimità.
Perché è rilevante per la circolarità
- L’evento promuove il paradigma della circolarità: non solo “riduzione d’impatto” ma “rete locale, rigenerazione, nuovi modelli”.
- Trasforma una location come E-Work Arena in uno spazio immersivo dedicato — segno che la circolarità può essere esperienziale, visiva, concreta.
- Offre la possibilità a imprese e professionisti di entrare in contatto con reti che già operano in modo circolare (ad esempio CircuitoLinx) e di scambiare servizi/beni in ottica di prossimità.
Per chi può essere utile
- Imprenditori o startup che vogliono esplorare modelli circolari: partecipare come espositori o semplici visitatori.
- Professionisti e consulenti interessati alla trasformazione sostenibile delle imprese (non solo “ambientale” ma strategica).
- Pubbliche amministrazioni, enti locali: perché il tema della prossimità e della circolarità si lega al territorio, alle filiere locali, alla rigenerazione urbana.
- Cittadini curiosi che vogliono comprendere come funziona, concretamente, un sistema economico diverso, più collaborativo e circolare.
Parlare di circolarità oggi significa andare oltre la semplice promozione dell’essere “sostenibili”. Significa ripensare intere filiere, tessuti produttivi e relazionali, per generare valore, resilienza e prossimità. L’evento MondoCircolare a Busto rappresenta un’occasione concreta di esplorare questo modello in azione. Scopri di più su mondocircolare.it






