Nel mito dell’innovazione, quell’“aha!” improvviso viene spesso raccontato come una benedizione del caso. Un errore fortunato. Un’intuizione lampo. Ma le aziende che puntano davvero all’innovazione sanno una verità meno popolare: il caso può essere progettato, attivato, sfruttato. Non stiamo parlando di creatività spontanea fine a se stessa, ma di un sistema strutturato che coltiva l’imprevisto e lo trasforma in valore.
La serendipità è un processo in tre atti: succede qualcosa che non era previsto, qualcuno con una mente aperta lo nota, e qualcuno – spesso lo stesso o qualcun altro – lo trasforma in innovazione. È un modello replicabile, non solo folklore aziendale.
Ambiente + Processo + Persone
Un’indagine su sei casi di NPD riconosce che tre elementi organizzativi – processo, ambiente, persone – possono fare diventare la serendipità una capacità aziendale. È interessante l’idea che il “caso” venga riconosciuto solo se il terreno era pronto: contesti dove si notano le micro devianze e le interpretano come segnali, non come semplici errori.
Tra caso e strategia
Un documento del 2022 sintetizza che la formula “Innovazione = serendipità + strategia” sembra essere la più attendibile: il primo è la scintilla, la seconda ne garantisce l’atterraggio finanziabile e scalabile. In altre parole: non basta avere idee “dirompenti”, bisogna saperle incanalare. Servono le persone giuste che traducano le occasioni in realizzazioni pragmatiche. Serve sia la mente che sa sognare, che quella che riporta alla realtà. Solo il connubio dei due elementi produce un success dynamic.
Case history: attese e scoperte inaspettate
- 3M – Post-it e Scotchgard: start con fallimenti tecnologici: una colla poco potente, un rivestimento anti-macchia poco efficace. Quelle che sembravano sconfitte sono diventate due best seller mondiali .
- Canon – stampante a getto d’inchiostro: durante un esperimento sulla pressione nei tubi, un tecnico per sbaglio tocca un ago caldo e… l’inchiostro spruzza. Anziché buttare il prototipo, lo trasformano in tecnologia commerciale.
- Pfizer – Viagra: cercavano un farmaco per l’angina, e scoprono che la molecola aumenta il flusso sanguigno in un’area ben diversa. Il farmaco cambia target, e il resto è storia.
- SK Hynix – MR‑MUF: un’innovazione sorta quasi per sbaglio nel packaging di chip: un materiale ignorato dai competitor diventa la base per chip GPU ultra‑performanti per IA.
- Diamorph AB (Serendipity Group): un malfunzionamento nel raffreddamento di silicio-nitruri ha generato un materiale ceramico completamente nuovo. Da qui nasce un’impresa globale di advanced materials.
Metodi pratici per alimentarla
Abbina la “serendipity strategy” con il design thinking:
- IBM ha ristrutturato processi R&D integrando empatia utente, team multidisciplinari e iterazioni veloci – spazi di contaminazione tra reparti che prima non comunicavano.
- Innovative Governance: laboratori cross-agency, forum di scambio interno, prototipi rapidi – con tolleranza per gli esiti incerti. Perfette combinazioni tra metodo e apertura.
- Cambridge e Springer: Grimes e Busch hanno messo nero su bianco le leve cognitive (osservazione, curiosità, mindset) che ottimizzano le chance di riconoscere il valore nascosto.
Cosa puoi mettere in piedi nel tuo network
- Processi di segnalazione (checklist, mini-dashboard, task evolute, informazione condivisa) per raccogliere “anomalie” emerse nei progetti.
- Workshop periodici con persone di funzioni diverse (commerciale, tech, design) anche solo per un’ora, attorno a un tema selezionato e corrente.
- “Skunk works” interni: micro-pool di sperimentazione low‑cost, con vincoli ridotti e budget minimo per prototipi veloci.
- Incentivi concreti per chi lancia e documenta le cosiddetti “dead-ends” trasformabili: valorizza le idee che falliscono bene, non solo quelle che rischiano.
Il “caso” non non esiste. E se esiste, perché non trasformarlo in opportunità? Perché non sfruttare la rocambolesca dinamica casuale dell’effetto farfalla per scoprire nuove possibilità e nuove idee?
La serendipità programmata non è un’idea romantica: è una leva concreta, già adottata nei sistemi più evoluti e testata su aziende reali con risultati radicali. Il segreto è mettere insieme un contesto aperto con una leadership attenta e un metodo strutturato.
Sta a te fare in modo che, quando accade qualcosa di inaspettato, non passi in sordina dietro alla miriade di operazioni tradizionali e alla burocrazia: ecco la strategia per essere davvero innovatori.
Risorse utili per approfondire
- “An Analysis of Serendipity in NPD: Six Cases” (Springer, marzo 2025)
- “Innovation = serendipity + strategy” (Innovate‑D, 2022)
- 3M e Canon – classiconi dell’innovazione per caso
- Diamorph AB – esempio contemporaneo (Serendipity Group)
- IBM + design thinking: processi e casi reali
- Government labs + design thinking